La nuova direttiva sul monitoraggio del lavoro emanata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 4 giugno 2010, interviene sull’utilizzo delle tipologie del lavoro flessibile, non solo negli aspetti legati all’organizzazione del lavoro e degli uffici, ma anche sull’incidenza che ne deriva sul piano politico, economico e sociale.
L’obbiettivo principale di questo intervento è di offrire maggiore trasparenza nell’utilizzo delle risorse umane soprattutto nelle pubbliche amministrazioni, infatti è stato previsto che entro il 31 dicembre di ogni anno le amministrazioni redigeranno un rapporto informativo sulle tipologie di lavoro flessibile utilizzate che trasmettono ai nuclei di valutazione o ai servizi di controllo interno, nonchè verrà trasmesso successivamente alla Presidenza del Consiglio dei ministri dipartimento della funzione pubblica che redige una relazione annuale al Parlamento.
In particolare, verranno presi in esame i contratti di lavoro a tempo determinato, gli incarichi dirigenziali con contratto di lavoro a tempo determinato, i contratti di formazione e lavoro, i rapporti formativi: tirocini formativi e di orientamento, i contratti di somministrazione di lavoro, le prestazioni di lavoro accessorio e i contratti di inserimento, i contratti di lavoro autonomo nella forma della collaborazione coordinata e continuativa e gli accordi di utilizzazione di lavoratori socialmente utili.