Si è interrotta la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale della vigilanza privata che interessa circa 35mila lavoratori e che da quasi un anno prosegue senza che alcuna concreta proposta potesse far arrivare ad una soluzione condivisa.
Lo scorso 29 luglio si è tenuto un incontro alla presenza dei Segretari Generali di FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS UIL, nel corso del quale le associazioni datoriali, mostrandosi di fatto indisponibili a riprendere il negoziato sui singoli aspetti di merito contenuti nelle piattaforme rivendicative, hanno riproposto l’abusato repertorio di lamentele.
La disattenzione verso il settore da parte delle istituzioni, il dumping crescente che opprime il mercato dei servizi di vigilanza, l’insostenibilità del costo del lavoro per gli istituti e lo stato di forte sofferenza finanziaria cui sarebbero esposti per via dei ritardi nei pagamenti da parte della committenza, sono i problemi posti in evidenza dalle parti datoriali.
“C’è un parziale fondatezza nelle lamentele delle associazioni degli istituti di vigilanza” affermano in una nota le organizzazioni sindacali “ma le difficoltà generali del settore non possono costituire la motivazione per un rifiuto a proseguire la trattativa per rinnovare un contratto scaduto da ormai 19 mesi. Crisi e criticità di vario genere affliggono anche altri comparti nei quali, tuttavia, i contratti nazionali sono stati rinnovati”.
Una condizione di stallo, una situazione che non consente alcun prosieguo del confronto.
Le Segreterie nazionali di FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS UIL hanno deciso di richiedere l’intervento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e di dichiarare l’immediato stato di agitazione di tutta la categoria.
Entro il mese di settembre, inoltre, i sindacati di categoria organizzeranno uno sciopero di tutti gli addetti del settore, per manifestare tutta la loro contrarietà per la modalità con la quale è stata condotta la trattativa e per l’irresponsabilità delle associazioni datoriali.