La storia di oggi ha il sapore dell’artigianalità e porta con sè il tocco di una mano calda e passionale, la voglia di fare di chi sa che l’esperienza mai è abbastanza e che la caparbietà è l’anima dei sogni. Insieme a Flavia De Masi ti racconto come diventare una sarta professionista. Se ami cucire, ricamare, creare capi sartoriali unici e artigianali, non perderti l’intervista!
Vi ricordiamo che su questo sito ci sono diverse offerte di lavoro per sarte e per sarti.
Inguaribile romantica ed esteta, costantemente in bilico tra la ricerca del vero amore e l’appiombo perfetto!
#1. Ciao Flavia, raccontaci di te. chi sei? Cosa fai? Quali sono le tue passioni?
Grazie infinite Ludovica per avermi scelto per questa intervista. Spero che i miei consigli possano essere utili a chiunque si senta ispirato ad intraprendere questo non poco tortuoso cammino.
Ad ogni modo mi presento, sono Flavia De Masi alla terza generazione di una famiglia di sarti, ho aperto da poco più di un anno un piccolo atelier nella mia città natale dopo aver lavorato sette anni nel settore moda. Adoro creare e collezionare stoffe, mi piace moltissimo fare ricerca e mettermi alla prova ogni volta con progetti diversi.
Sogno nel cassetto: frequentare un corso di ricamo, attività che adoro!
#2. Bene, ora veniamo al dunque. Come si diventa una sarta e quali opportunità offre oggi questa professione?
A mio dire oggi la parola sarta è utilizzata genericamente per ricoprire una serie di ruoli che nel settore al contrario sono ben definiti. Nell’ambito moda la sarta è colei che CUCE i teli di un abito o di una giacca e via discorrendo, mentre nel contesto quotidiano -che siamo abituati ad immaginare- la sarta è colei che realizza un abito partendo dal cartamodello. So che può suonare assurdo, ma la differenza è abissale.
Qualsiasi sia comunque il contesto lavorativo ed il suo svolgimento alla base di tutto c’è lo studio della professione prima in Accademia e poi in laboratorio, in questo modo lavorando ci si conosce meglio e si è in grado di prendere la giusta decisione circa la strada da seguire, poichè le opportunità professionali sono molteplici e varie (considerato che l’età media delle professioniste del settore si aggira intorno ai 60-65 quindi prossime alla pensione), bisogna solo essere certi del ruolo che si vuole ricoprire.
Io naturalmente mi riferisco a coloro che una volta formatisi vogliono lavorare in aziende moda o negli atelier, ma anche per coloro che intendeno percorrere un sentiero impervio come quello del mettersi in proprio. Il punto di partenza e quello d’arrivo non differiscono: formazione, laboratorio, identità.
#3. Come può trovare lavoro una sarta?
Partiamo dal presupposto che questo lavoro può essere svolto finche gli occhi e le mani ci assistono e che la sua grande versatilità risiede nel fatto che è un mestiere praticabile ovunque, quindi bisogna focalizzare la direzione da seguire: voglio realizzare solo aggiusti sartoriali? Mi piace il cucito creativo? Voglio specializzarmi nelle confezioni su misura? Amo il ricamo? Preferisco sviluppare i cartamodelli? In seguito fare delle ricerche specifiche in base alla nostra decisione.
A chi legge dico non vi limitate a mandare mail, se potete raggiungete il luogo di lavoro di persona e presentatevi senza timore, dovete dimostrate sicurezza e propositività. Ricordo che appena finita l’Accademia un noto stilista del beneventano che volevo come mentore mi disse di prendere il Vogue e di chiamare i numeri delle case di moda sul retro della copertina. In un giorno ho composto 86 numeri di telefono e ho ricevuto risposta da un solo atelier che poi mi ha assunto.
Questo per dirvi che se lo volete veramente dovete essere tenaci!
#4. Quanto è possibile guadagnare praticando la professione della sarta?
Direi che il guadagno è proporzionale all’impegno profuso e cambia in base al tipo di lavoro svolto. Ad esempio, se io sono una sarta che ha incentrato la sua attività sugli aggiusti sartoriali sarò consapevole del fatto che più commissioni ho, maggiore è il mio ricavo, che tra l’altro è immediato. Mentre se sono una sarta che realizza abiti su misura avrò dei guadagni dilazionati nel tempo di consegna (acconto, versamento, saldo) ma altalenanti e distribuiti in precisi momenti dell’anno. Se invece lavoro in atelier o in azienda il compenso sarà determinato dalla mia posizione e non sempre adeguato alle ore di lavoro, in tutta onestà! (Il primo mese che ho lavorato in atelier, ben 12 ore al giorno da lunedì a sabato, ho guadagnato 200euro).
#5. Come si svolge la giornata tipo di una sarta?
Dal mio punto di vista in maniera molto metodica e questo mi aiuta a mantenere alta la concentrazione. Su un calendario settimanale segno le consegne giornaliere (io mi occupo sia di aggiusti sartoriali che di creazioni su misura originali e non), su un blocchetto segno in ordine di uscita i vari capi e procedo man mano smaltendo il tutto. Quando invece devo cosegnare un abito da realizzare ex novo il lunedì d’obbligo taglio la stoffa e “metto a misura”, in modo da procedere con calma durante la settimana alle prove con la cliente ed al completamento dell’abito. Così mi hanno insegnato all’atelier e così faccio anche io nel mio.
#6. Quali competenze deve possedere una sarta? E quali qualità?
Nel linguaggio musicale si fa riferimento ad una persona in grado di distinguere le diverse note di un accordo dicendo che possiede “l’orecchio assoluto” e io dico che la sarta, una brava sarta, deve possedere l’occhio assoluto. Deve imparare a guardare sia la persona che l’abito, deve avere come alleato lo specchio -che rivela senza indugi ciò che non va- e deve essere veloce nel senso che deve essere in grado di arrivare ad un risultato ottimale con il minore sforzo possibile di energie e tempo.
Una qualità necessaria oggi è invece la capacità di riconoscere i propri limiti ed imparare a dire di no. Non abbiate paura di dire ad un cliente che quello che vi proprone è un lavoro che non sapete fare, del resto avere delle limitazioni è naturale in più la vostrà onestà sarà apprezzata.
Piuttosto utilizzate questa esperienza come una possibilità per migliorare le vostre capacità. Prendete un capo che vi appartiene e modificatelo, tentate una volta, venti volte ma provateci perchè solo un giudice severo come noi stesse allo specchio può decretare vinta la sfida!
#7. Quale percorso di studio prima e professionale poi deve seguire chi vuole diventare una sarta professionista?
Io subito dopo il liceo classico ho frequentato la rinomata Accademia Altieri di Roma, tre anni durante i quali ho imparato a disegnare abiti di alta moda, come tradurre il mio disegno in un cartamodello e come svilupparlo su stoffa. Poi ho sfilato all’Alta Moda di Roma ed in seguito ho lavorato per 7 anni prima nelle sartorie d’Alta Moda Sposa Romana e poi in un ufficio stile come seconda assistente stilista. Solo dopo tutte queste esperienze ho maturato la decisione di aprire un mio piccolo atelier nel quale mettere in pratica ciò che avevo imparato e segnare un nuovo percorso. Per cui ciò che mi sento di consigliare, come ho già detto all’inizio, è di seguire un buon corso di studi per costruire le basi del vostro lavoro, in seguito fare l’impossibile per formarvi in laboratorio. Non pensate di poter imparare tutto dai tutorial di youtube o dai libri, l’esperienza si fa sul campo, rubando con gli occhi il mestiere e facendosi sgridare quando serve dalle sarte più esperte!
Inoltre un piccolo consiglio… non dimenticate che con le vostre mani voi create bellezza e che la bellezza va nutrita con altra bellezza, quindi sappiate dire basta a lavoro e concedetevi uscite fuori porta, visitate musei ed andate a teatro, l’ispirazione per realizzare qualcosa di straordinario è lì fuori e vi aspetta!
#8. Sei presente sui social e molto attiva in Rete. Quali opportunità credi che il web e il digitale possano offrire ad una sarta?
Essendo un’avida navigatrice devo dire che ad oggi il web si sta rivelando una delle fonti migliori per la diffusione dei mestieri artigianali che specialmete in Italia faticano a prendere il posto d’onore perchè troppo legati ad un retaggio culturale obsoleto che vuole l’artigiano ignorante. Se avete idee e siete in grado di fare qualcosa e di farla bene condividete e mettetevi in mostra, nemo profeta in patria ma vedrete che all’estero sapranno rendervi merito!
Maria Altomare Sauchelli, graphic designer con un’incontenibile passione per la sartoria. Dopo ripetute delusioni da sarte incapaci di soddisfarla e in seguito ad anni di studi, ricerche e osservazioni, ha coniugato passione e lavoro dando vita al blog Diario di una Sartoria, un diario virtuale dove trovare consigli, segreti e tutorial di cucito, ma non solo. E’ stata vincitrice del concorso nazionale Donna e web-blog nel 2012, finalista del concorso nazionale Premio www de Il Sole 24ore e di lei hanno parlato la nota rivista di moda Glamour e Tgcom24.
#1. Ciao Maria, raccontaci di te. 🙂 Chi sei? Cosa fai? Quali sono le tue passioni?
Ciao, sono Maria Altomare Sauchelli, una ragazza precisa e attenta ma con la testa in continuo movimento, sempre pronta a dare personalità a qualsiasi cosa, che sia un evento, una bomboniera, una vetrina, un vestito, un accessorio…Creatività e manualità sono le mie forze.
Nella vita sono una graphic-designer, mi occupo di siti internet. Ma la mia più grande passione resta il cucito. Dopo anni di insoddisfazioni nel vedere sarte che non realizzavano vestiti come i miei bozzetti o nel sentirmi dire troppi no, non si può fare!, ho deciso di impegnarmi, studiare, e approfondire questo meraviglioso mondo della sartoria. Ho capito che non esistono no, non si può fare!, ma bisogna armarsi di molta pazienza e precisione e tutto si realizza!La soddisfazione di vedere come può essere trasformato un pezzo di tessuto è inestimabile.
Dall’unione della mia passione e del mio lavoro ho creato e messo online il mio blog:diariodiunasartoria.it. E’ un “diario virtuale”, nel quale riporto le basi della sartoria, i miei consigli, le mie scoperte, alcuni piccoli segreti sul cucito, ma anche curiosità dal mondo, curiosità dalla storia della moda, e anche tutorial da me realizzati, con tutti gli step-fotografati per la creazione di abiti e accessori. Il mio obiettivo è cercare di dare un approccio alla sartoria, alla moda e al fai-da-te.
Da qualche mese sono anche mamma, questo mi ha allontanato un po’ dalla tastiera, ma non dal cucito, anzi ho realizzato fasciatoio, carillon e corredino per la mia piccola.
#2. Bene, ora veniamo al dunque. Come si diventa una sarta e quali opportunità offre oggi questa professione?
Oggigiorno sono certa che la sartoria, come molti altri lavori artigianali, è tornato ad essere apprezzato. E dico finalmente, anche solo per salvaguardare il nostro “made-in-italy”, cosa molto importante.
Si diventa sarta, solo dopo aver acquisito le giuste nozioni, che siano prese dai libri, dalle scuole, dalle lezioni della nonna poco importa, è fondamentale la dedizione, la pazienza, e se si aggiunge la tenacia arrivano anche le opportunità. Di occasioni possono esserci tante e diverse. Che possano essere creare una collezione, o una sfilata, o realizzare un vestito per un’occasione importante.
Sicuramente diventare una sarta non è facile, ci sono scogli da superare, ma il segreto è,come detto prima, la pazienza e la tenacia. La pazienza è importante per realizzare al meglio le creazioni (molte volte bisognerà cucire e scucire e se non si è pazienti è finita.). La tenacia per continuare a tentare, non abbattersi e non arrendersi.
#3. Come può trovare lavoro una sarta?
Dipende molto da che tipo di sarta si vuole diventare. Se si preferisce risolvere piccole riparazioni e creare vestiti su misura per pochi oppure lavorare per grosse produzioni.
Nel primo caso bisogna crearsi la propria clientela e il passaparola è il mezzo-base. Nel secondo caso,invece, ci sono molte case di moda che cercano queste figure preziose, si trovano i loro annunci su riviste di moda o anche in rete.
#4. Quanto è possibile guadagnare praticando la professione della sarta?
Anche qui dipende dalla scelta che si fa, se ci si accontenta di lavori di riparazioni o di creazioni su misura o se si vuole lavorare per grosse produzioni o anche per qualche bottega, o come supporto in negozi…Ci sono infinite possibilità e di conseguenza variano guadagni e modalità di pagamenti.
#5. Come si svolge la giornata tipo di una sarta?
(uhmmmm)
#6. Quali competenze deve possedere una sarta? E quali qualità?
La preparazione è fondamentale, ma l’esperienza ti fa acquisire le qualità che “fanno sarta”, quando basta uno sguardo per intervenire poi ad eliminare gli errori di confezionamento.
La sarta conosce le macchine, i tessuti e i filati, di quest’ultimi conosce anche le caratteristiche merceologiche.
Inutile dire che deve avere manualità e forte spirito di osservazione. E ancora, una sarta professionista deve sapere fare operazioni di taglio, cucitura e stiratura dei capi d’abbigliamento.
Le qualità di una sarta? Sicuramente precisione e pazienza.
#7. Quale percorso di studio prima e professionale poi deve seguire chi vuole diventare una sarta professionista?
Ci sono molte scuole e accademie valide, soprattutto a Milano o Roma (per citare alcuni: Istituto di Moda Burgo, Accademia del Lusso, Marangoni, Ied, e via dicendo). Hanno un costo che potrebbe sembrare eccessivo, ma la preparazione che danno è ottima e una volta completati gli studi si hanno delle ottime competenze.
Inoltre io consiglio sempre di ascoltare i vecchi detti e i consigli delle nonne, sono sempre ricchi di segreti che aiutano molto.
#8. Qual è il tuo rapporto con la Rete? Quali opportunità credi che il web e il digitale possano offrire ad una sarta?
Il mio rapporto posso dire che è ed è stato buono. Ho aperto un blog che ha un riscontro anche internazionale. Le opportunità, oltre al farsi conoscere, possono essere di collaborazioni, possibilità di partecipare a eventi, ma anche, e non è da sottovalutare, opportunità di confronto e crescita.
Anche tu desideri diventare una sarta? Oppure sei una sarta e vuoi raccontarci la tua esperienza? 🙂