Come diventare Traduttore

18 Mag    Consigli
come diventare traduttore

Continuiamo a raccontarvi delle opportunità che il mondo del lavoro vi offre, sperando di offrirvi interessanti idee e occasioni di riflessione. In questo post ti racconteremo come diventare un traduttore professionista, quale percorso di studio seguire, cosa fare e come sfruttare le opportunità della Rete.

Vi ricordiamo anche che è presente sul sito una sezione di Offerte di lavoro per traduttori.

Pronto? Andiamo!


Traduttore_Michael

Michael Radford, inglese, di una famiglia di origini anglo-sud-africano-olandese. Nato nel 1965 nella provincia di Bristol e laureato in Belle Arti e Storia dell’Arte presso la Hornsey College of Art a Londra. Adottato dalla città di Roma dal 1993, qui lavora come insegnante madrelingua inglese e come traduttore di testi di critica e storia dell’arte e design, ricerca e studi sulla psicoanalisi e sceneggiature e soggetti per il cinema.

#1. Ciao Michael, raccontaci di te! 🙂 Da quanto tempo sei un traduttore?

Faccio il traduttore (unicamente nel verso Italiano > Inglese) da oltre 20 anni. Lo svolgo principalmente come seconda attività (di professione sono insegnante madrelingua inglese) ed ho cominciato a lavorare nel campo delle traduzioni a partire dal quarto anno della mia permanenza in Italia. Sebbene per molti anni il mio lavoro è  stato equamente diviso tra le due attività e durante questi anni ho accettato ogni genere di traduzione immaginabile e/o possibile che mi veniva proposto, negli ultimi 4 anni ho preferito concentrarmi solo sul poche tipologie di testo che rispecchiano i miei veri interessi (quali; critica e storia dell’arte e design, sceneggiature e progetti per il cinema e testi di narrativa e pubblicazioni sul campo della psicoanalisi) ovvero: testi che vorrei vedere pubblicati in lingua inglese!  Ovviamente la scelta di restringere gli argomenti a cui dedicarmi, incide sul mio guadagano come traduttore.

#2. Come sei diventato traduttore?

E’ accaduto in un modo che, all’epoca, mi è sembrato ‘fortuitamente casuale’! Quando ho lasciato la scuola d’inglese dove lavoravo durante i miei primi anni a Roma, ho avuto la fortuna di avere tra i miei primi clienti freelance un gruppo di importanti psicoanalisti che, sebbene nascevano tutti dalla scuola Freudiana, praticavano diverse discipline di scuole post-freudiana e non. ‘Fortuito’ perché in Inghilterra, nei tre anni prima di trasferirmi in Italia (tra l’ultimo anno della mia laurea ed i primi due anni a lavorare nel ministero dell’ambiente in Inghilterra) mi sono anche diplomato come Rogerian Therapist, facendo poi volontariato come tirocinante Aids Counsellor presso la Terrence Higgins Trust. Col tempo il mio italiano migliorava (sono del tutto autodidatta), ho smesso di lavorare ‘a quattro mani’ con i singoli analisti sulle loro pubblicazioni e ho cominciato a svolgere la stessa attività autonomamente, con sempre maggior frequenza, fino a guadagnarmi quasi la reputazione di un traduttore di nicchia sul mercato.  Poi, come dice il vostro detto, da cosa nasce cosa e tramite i miei clienti psicoanalisti ho conosciuto i loro colleghi ed amici: storici, filosofi, critici e teorici. Così, presto mi sono trovato a fare traduzioni sugli argomenti dei miei studi di laurea in Inghilterra.

Negli anni a seguire, il tam-tam ha continuato a crescere e mi sono arrivati anche testi di narrativo, sceneggiature e soggetti per il cinema. Adoro questo genere di testo e per molti anni sono diventati quasi la mia specializzazione, finché 5 anni fa i primi effetti della crisi economica si son fatti sentire e abbiamo assistito alla quasi scomparsa degli investimenti nella cultura. Ho deciso, quindi, che fosse giunto il momento di dare una svolta e, piuttosto che dedicarmi alla traduzione di testi tecnici e legali – per i quali non ho mai sentito una grande affinità e, di conseguenza, per tradurre i quali impiegavo troppo tempo per guadagnare cifre ragionevoli – mi sono concentrato sull’insegnamento e ho accettato solo testi su argomenti con i quali ho esperienza e che posso tradurre con passione e con la dovuta dedizione.

#3. Sei un freelance o un dipendente? Perché questa scelta? E cosa comporta?

Sono un freelance: prima ho lavorato con la ritenuta d’acconto e poi, qualche anno fa, sono diventato titolare di partita IVA.

Avendo deciso 5 anni fa di dedicarmi maggiormente all’insegnamento, la scelta di essere freelance è quella più adeguata alle mie esigenze e possibilità: sarebbe irragionevole (nonché poco professionale) farmi ‘vincolare’ dalle scadenze di terzi (società e agenzie di traduzione che hanno legittime pretese) se non posso rispettarle con le dovute puntualità. Oggi, quindi, i progetti che traduco li scelgo io in base agli argomenti tratti, accordando i prezzi e scadenze direttamente con i clienti in base al tempo che l’insegnamento mi lascia a disposizione.

La scelta di essere freelance, oltre al su detto vantaggio, comporta anche numerosi svantaggi: uno dei più importanti, a mio parere, è la questione dei contributi previdenziali. Non essendo presente in Italia un albo professionale per i traduttori con annessa cassa previdenziale, c’è l’obbligo di essere iscritto nella Gestione Separata dell’INPS, una gestione che prevede la più alta aliquota (in termine di percentuali) di versamenti rispetto a qualsiasi altra cassa previdenziale presente in Italia! Aggiungi a questo, che trovare clienti ‘corretti’ (ovvero, disposti a pagare anche la voce previdenziale – o nel mio regime fiscale, una percentuale della medesima – è molto difficile. La decisione, quindi, di intraprendere una libera professione come traduttore non deve essere valutata con superficialità.

#4. Come e quanto guadagna un traduttore? E come può trovare lavoro?

Oggigiorno un traduttore che, come me, fa le sue traduzioni manualmente (ovvero, senza farsi assistere da software specializzati) non può aspettarsi di guadagnare cifre significative. Diverso il caso delle traduzioni assistite da tali software.

Il massimo che ho guadagnato per un singolo progetto è stato sulle Euro 5.500 (al netto dell’IVA ed imposte) per un’opera di narrativa che, considerando che ho impiegato poco più di un mese e che nel frattempo ho portando avanti anche altri lavori, è un ottimo risultato. Ahimè, però, quel progetto risale a qualche anno fa ed in questi ultimi 4/5 anni i finanziamenti ‘a monte’ nel campo della cultura sono stati drasticamente ridotti e quindi sono state abbassate le pretese economiche di tutti gli addetti ai lavori, me compreso. Il compenso massimo (al netto dell’IVA e delle imposte) preso per un singolo lavoro negli ultimi due anni è stato di 50 euro a cartella per una trentina di cartelle standard (1,500 battute spazi compresi). Questo è nice work if you can get it ma oramai i lavori con clienti disposti a spendere tali cifre sono sempre di meno ed occasioni del genere capitano sempre più di rado.

Tuttavia, ho sentito dire che i traduttori giurati presso i tribunali prendono più o meno la stessa cifra a cartella ed immagino che il flusso di lavoro sia costante nel tempo. Ma so anche che il giro delle traduzioni giurate è piuttosto chiuso ed in mano a pochi eletti. Altri miei colleghi lamentano che, oggi come oggi, il massimo che possono chiedere oscilla tra i 25,00 – 30,00 Euro a cartella e avere questi soldi é spesso accompagnato da una dura lotta per avere i contributi previdenziali, quindi mi ritengo piuttosto fortunato per quello che riesco a guadagnare le volte in cui mi viene proposto un progetto.

Quanto alle traduzioni realizzate con l’uso di software specializzati, sui siti di chi crea tali prodotti si legge che i guadagni possono essere illimitati, ovvero limitati solo dal tempo che uno ha a disposizione per svolgere il lavoro in tale modo. Tuttavia, nel mio caso, non penso che tali prodotti siano ancora idonei per svolgere la traduzione di testi come narrativa, critica e filosofia, dove è essenziale che l’autore, specie se è particolarmente conosciuto, abbia la medesima voce e stile in entrambe le lingue in cui il testo è scritto e poi tradotto.  Vedremo in futuro…

Come riesco a trovare lavoro?

Essendo un traduttore di nicchia, per così dire, la stragrande maggioranza del mio lavoro arriva per passaparola.  Molte volte, sarà lo stesso cliente con cui ho già collaborato a contattarmi per conto del nuoco committente per verificare la mia disponibilità e la richiesta economica. Spesso gli stessi committenti di testi ed articoli mi propongono come traduttore ‘collaudato’ per altri loro autori. Infine, da 2 o 3 anni ho anche avuto alcuni interessanti proposte mediante il piattaforma di LinkedIn.

#5. Cosa fa quotidianamente un traduttore? La tua giornata tipo come si svolge?

Quando lavoro su un progetto lungo cerco di trattarlo quasi come un lavoro d’ufficio, alzandomi sempre alla stessa ora, lavorando per 3 o 4 ore, ma sono sempre attento a prendere pause per fare stretching e riposare gli occhi. Dopo la pausa pranzo mi dedico ad un’accurata rilettura e correzione del lavoro della mattina, per poi riprendere la traduzione per altre 2 o 3 ore e cosi via sino a cena. Dopo cena ricontrollo, per intero, il lavoro della giornata e poi stacco e mi distraggo con qualche attività di svago prima di mettermi a letto, quando possibile non tardi e non dimenticando di fare tante coccole al gatto!

Per progetti brevi o nel caso delle poco simpatiche commissione last minute (quando il cliente ti consegna il testo oggi chiedendo di averlo indietro ‘avantieri’) ignoro tutte le mie regole e i buoni propositi, ritagliando il tempo dove posso o lavorando come un matto, fumando 4,000 sigarette, bevendo due mila caffè per tutta la notte, per poi crollare in coma il giorno dopo. Dipende da chi lo chiede e da quanto è disposto a pagare.

#6. Quali sono le qualità e le competenze che deve possedere un traduttore professionista?

  1. Imparare ad avere un cerco ‘distacco’ dal proprio lavoro: ovvero, cercare, dopo ogni sessione di lavoro, di guardare il testo con occhi ‘altrui’ per individuare gli errori e, specialmente nei testi narrativi, cadute di stile, come l’uso di verbi eccessivamente attuali per l’epoca in cui è ambientato il testo o l’introduzione di cambiamenti nel tono della voce narrante.
  2. Bisogna leggere, leggere e leggere, sempre e ancora. Che sia libri, giornali, rivisti, o Wikipedia,  avere una cultura letteraria ricca arricchisce il tuo lessico personale e la conoscenza di fatti che altrimenti dovresti andare a cercare (senza farti pagare extra dal committente) in un’enciclopedia stampata o su internet.
  3. Colui che aspira ad essere un traduttore non deve soffrire la solitudine che il lavoro solitario in casa può facilmente comportare. Non potendo uscire troppo spesso durante l’arco della giornata, diventa importantissimo interagire telefonicamente con altri: amici, persone care o familiari, più volte durante la giornata. Il traduttore che vuole rimanere mentalmente sano a lunga andat, deve cercare di ridere, scherzare e parlare di tutt’altro del lavoro in corso – anche per solo 5 minuti – ogni paio d’ore, altrimenti – almeno per me in passato è stato cosi – può correre il rischio di entrare in una specie di ‘pallone’ isolato dal mondo, dove esiste solo lui, il testo in corso d’opera ed il pc!

#7. Cosa consigli ad un appassionato che ha voglia di avviare questa professione?

In primis, in virtù della quasi assenza di informazioni coerenti in materia di previdenza per i traduttori, di avvalerti di un buon commercialista e/o consulente di lavoro!

Poi ti consiglio di cominciare a tradurre testi ‘maneggevoli’ e di dimensioni e scadenze ragionevoli. Mancare la scadenza di una traduzione per via di una sottovalutazione del tempo che ci vorrà per realizzarla può facilmente rovinarti la reputazione prima che questa tu l’abbia acquisita.

Sii realistico nelle tue pretese economiche ma MAI devi venderti a troppo poco. Solo perché sei alle prime armi, non vuol dire che devi venderti a poco. Si fa presto ad acquisire la reputazione di quello che costa poco e da li sarà difficile rialzare i tuoi prezzi con gli stessi clienti.

#8. Quale percorso di studio prima e professionale poi dovrebbe seguire chi vuole diventare un traduttore professionista?

Poiché sono arrivato ad essere traduttore per via di una serie di ‘fortuite’ conoscenze e coincidenze, non penso abbia titolo per poter esprimere un parere sui percorsi che ‘aspiranti’ traduttori devono o non devono fare. L’unica cosa che consiglierei è di rimanere sempre ‘aperto’ all’idea di cambiare ed evolvere sia umanamente che professionalmente. Cambiare fa paura, ma cambiare ed evolvere ci rende più poliedrici e, quindi, potenzialmente più ‘appetibili’ per i nostri futuri datori di lavoro.

#9. Com’è cambiata nel tempo la tua professione? Cosa conta oggi più di ieri?

Per via del fatto che la tipologia di testi che voglio tradurre sia di natura così ristretta ed i committenti di testi di questo genere sono cosi in balia all’attuale situazione economica, ho visto l’entità del mio lavoro ridursi di almeno 70%.

Quanto a cosa conta più oggi rispetto ad ieri, posso dire solo che sono sempre più insofferente nei confronti della ‘miopia’ di chi ha molti soldi nel non voler, come dire, distribuirli in modo più ‘equo’ e, così facendo, fare girare di più l’intera economia! La cultura arricchisce non solo la mente e l’anima, ma può anche far girare tantissimi soldi non per poche ma per MOLTE persone! Per questo, sebbene io sia sempre meno disposto a scendere a compromessi su piano economico con chi lavora con budget grossi, verosimilmente sono sempre più disposto a lavorare su progetti con budget di modesta entità economica (= guadagni più modesti anche per me) avviati da scrittori, registi ed autori giovani, non solo perché ho voglia di vedere una rinascita della cultura con la C maiuscola per contrastare quella di ‘massa’, ma anche perché spero nel futuro. Attendo ti assistere ad una una ‘re-iniezione’ di capitali che farà mangiare molte persone, me compreso, in tutti campi annessi alla cultura, campi che, ahimè in questo momento, cosi come la Cultura stessa, sono prosciugati ed arridi!

#10. Che ruolo ha il Web nella tua vita professionale e lavorativa?

Mi definisco un suo vero fan e per il mio lavoro sono davvero riconoscente dell’utilità del Web, dell’accesso immediato ai migliori dizionari del mondo, in versione gratuitamente consultabile, nonché dei forum per i traduttori per poter discutere sul miglior modo di tradurre vocaboli e termini. Tuttavia, non tutto quello che leggiamo è sempre vero e bisogna ricordare che il Web è anche pieno di insidie, di false verità, e di fatti alquanto ‘opinabile’ che si spacciano per verità!

Adoro Wikipedia e credo sia fondata su principi molto seri. Tuttavia, ogni tanto, riporta delle inesattezze, che comunque vengono poi corretti/modificati ed aggiornati dai suoi stessi contributori/editori nell’arco di breve tempo. Quello che mi interessa di Wiki è proprio questa evoluzione delle voci presente nel suo contenuto che, a differenza di delle vecchie enciclopedie cartacee che venivano aggiornate ogni due o tre anni, ci fa capire che la storia non è solo una serie di punti fissi su una linea ma qualcosa di molto più fluido e mutevole secondo le diverse chiavi di lettura applicate alla ricerca degli stessi fatti.

#11. Come sarà, secondo te, il futuro dei traduttori?

Mi auguro che sarà pagato com’è giusto che sia e che sarà regolamentato meglio in tema previdenziale, ma temo che sarà sempre più insistente la presenza dei programmi di traduzione meccanica.


Traduttore_ManuelManuel Marini, nato a Brescia il 12/10/1979. Si trasferisce a Verona nel 2006, dove si laurea alla Magistrale di Lingue per la Comunicazione Turistica e Commerciale con la tesi Il sistema Arena di Verona, pubblicata da Quiedit nel 2013. La passione per le lingue costituisce lo stimolo per diverse esperienze di lavoro all’estero: S.Sebastián, Londra e Santander, dove lavora come interprete in tribunale e professore di italiano. Attualmente musicista e dipendente di Fondazione Arena, svolge l’attività di traduttore freelance iniziata durante gli studi e divenuta col tempo una professione.

#1. Ciao Manuel, raccontaci di te! 🙂 Chi sei? Cosa fai? Quali sono le tue passioni?

Ciao! Sono un traduttore freelance, insegnante di lingue (Italiano, inglese e spagnolo), interprete, ispettore di sala all’Arena di Verona e musicista, suono in un gruppo rock e do lezioni di batteria. Ho la fortuna di lavorare con le mie passioni, le lingue e la musica!

#2. Da quanto tempo sei un traduttore? E come si diventa un traduttore professionista?

Sono traduttore dal 2008, ho iniziato per pagarmi gli studi di lingue e fin da subito mi è piaciuto molto, quindi ho cercato di continuare. Si diventa traduttore professionista con molta passione e molto sacrificio. Innanzitutto bisogna conoscere (quasi) perfettamente le lingue di partenza e l’italiano, ma non solo, è necessario specializzarsi nei linguaggi specifici e mantenersi costantemente aggiornati, anche con le tecnologie che ci offre il web. Una delle cose più belle di lavorare come traduttore è che è un lavoro che ti permette di crescere culturalmente e che dà spazio la creatività.

#3. Tu sei un freelance. Come lo si diventa? E cosa comporta questa scelta?

È una scelta solo relativamente, perché in realtà è molto difficile trovare un’agenzia di traduzioni che assuma un traduttore in pianta stabile. Ci sono ma è piuttosto raro, il mercato delle traduzioni, specialmente negli ultimi anni si basa molto sui traduttori freelance. Cosa vuol dire freelance? Vuol dire essere lavoratori autonomi, imprenditori di sé stessi con tutti i pro e contro che ciò comporta. I pro sono l’autonomia lavorativa e gli orari flessibili, di contro però è necessario sondare continuamente nuovi canali commerciali per trovare costantemente nuovi clienti e nuovo lavoro. Il lato commerciale è fondamentale e non può essere trascurato.

#4. Come e quanto guadagna un traduttore? E come può trovare lavoro?

Troppo poco! A parte gli scherzi le quote sono molto variabili a seconda di: lingua di partenza; tempi di consegna; difficoltà e tecnicismi del linguaggio; continuità con il cliente; etc. Personalmente in questo momento chiedo dai 0,4 ai 0,7 € a parola, il che vuol dire dai 16 ai 28 € a cartella circa. Una cartella normalmente viene contata in 400 parole senza spazi, quindi più o meno una pagina di word con carattere 11. Per trovare costantemente lavoro bisogna darsi molto da fare, iscriversi e seguire le piattaforme specifiche per traduttori freelance (una su tutte ProZ) e mantenersi attivi sui social quali LinkedIn, Facebook, creare annunci, landing page etc., anche se, come ci insegna il marketing, il miglior strumento per farsi conoscere e ampliare il mercato resta sempre il passaparola.

#5. Cosa fa quotidianamente un traduttore? La tua giornata tipo come si svolge?

La mia giornata tipo non esiste! Ho vari lavori che gestisco spostando gli impegni a seconda dei periodi. Diciamo che gran parte del tempo che occupo per le traduzioni lo passo al pc, a scrivere e soprattutto informarmi su determinati argomenti e infine a revisionare il prodotto finale che è la fase più importante. Il lato positivo è che si imparano un sacco di cose e riesco anche ad ascoltare tantissima musica!

#6. Quali sono le qualità e le competenze che deve possedere un traduttore professionista?

Come dicevo prima è fondamentale la conoscenza delle lingue straniere, ma ancora di più quella dell’italiano, e avere una costante  voglia di imparare, infine non guasta un pizzico di creatività, perché la traduzione finale è un prodotto letterario a sé, nuovo, totalmente separato dal testo di partenza. E naturalmente è importante sapersi muovere per quanto riguarda il lato commerciale.

#7. Cosa consigli ad un appassionato che ha voglia di avviare questa professione?

Armarsi di pazienza e intraprendere questo percorso per passione e non certo per diventare ricchi: in questo periodo storico tutti i lavori che hanno a che vedere con la cultura sono decisamente sottopagati. Consiglio inoltre di leggere molto e restare costantemente in contatto con le lingue straniere con le quali si lavora, per esempio viaggiando o guardando film in lingua originale.  Si scoprirà sempre qualche espressione nuova o modo di dire che non si conosceva, non si finisce MAI di imparare una lingua!

#8. Quale percorso di studio prima e professionale poi dovrebbe seguire chi vuole diventare un traduttore professionista?

Naturalmente il percorso più lineare è frequentare il liceo linguistico e poi una facoltà di lingue con specializzazione in traduzione, qui nel nord Italia (io vivo a Verona) la migliore è a Forlì. Ma come per altri lavori, mi viene in mente il giornalismo, contano di più le competenze e la professionalità che il titolo di studio. Molto importante è anche avere la possibilità di fare uno stage in un’agenzia di traduzione e imparare i trucchi del mestiere dai professionisti.

#9. Com’è cambiata nel tempo la tua professione? Cosa conta oggi più di ieri?

È cambiata nel senso che ora sono migliorato dal punto di vista commerciale e del social network marketing, fondamentale per il mercato del lavoro di questo periodo. Oggi conta molto essere dei professionisti completi che sappiano procurarsi nuovi clienti e nuovo lavoro, vendersi in modi e canali diversi, saper proporre preventivi e concludere le trattative, oltre che naturalmente essere professionali, mantenersi aggiornati e specializzarsi nelle competenze tecniche.

#10. Che ruolo ha il Web nella tua vita professionale e lavorativa?

È molto importante, diciamo che è lo strumento principe. I social network per il lato commerciale, wikipedia e altri siti d’informazione più specifici per approfondire i temi che tratta il testo di partenza e  infine i siti di traduzione istantanea. Cito Wordreference e Bab.la, quest’ultimo molto molto importante perché contiene un corpus gigantesco di documenti che permette di scoprire come la determinata parola o frase cercata viene applicata nella realtà. Infine il web è importante anche per i pagamenti: bonifici, Paypal etc.: normalmente i clienti sono sparpagliati per il mondo e il contatto avviene solo virtualmente, via Skype o via mail.

#11. Come sarà, secondo te, il futuro dei traduttori?

Da un lato è un lavoro che negli ultimi anni è stato parecchio svalutato, dove la qualità ha lasciato il posto al risparmio, anni fa si guadagnava decisamente meglio! Ma la crisi e il proliferare di motori di traduzione istantanea e traduttori improvvisati con poca esperienza hanno abbassato di molto il rate per parola e di conseguenza la qualità del prodotto finale. Resto però convinto che sia un lavoro che non morirà mai perché necessita delle conoscenze molto profonde e specifiche, duttilità e una preparazione che uno strumento quale il traduttore automatico non potrà mai avere.

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