Come diventare un Calzolaio

19 Giu    Consigli
Come diventare un calzolaio

I lavori artigianali, nell’era di Internet, della tecnologia e dell’immaterialità, diventano sempre più preziosi, un tesoro da preservare e custodire. In questo post ti abbiamo raccontato come fare per diventare una sarta o un sarto.  Ora vogliamo suggerirti come diventare un calzolaio e guadagnare con l’artigianalità e l’abilità delle tue mani.

Su questo sito puoi anche trovare  annunci di lavoro nel settore delle calzature.

Gli esperti del settore ti racconteranno la loro esperienza ed è proprio da questa che potrai trarre tanti preziosi suggerimenti!


diventare calzolaio

Davide Pastore, poco più che trentenne calzolaio piemontese è padre della Calzoleria d’Autore (ora https://www.lamaisonpasteur.com). Realizza scarpe artigianali con tecniche e metodi di lavorazione antichi, senza l’ausilio di macchinari, ma con il solo impiego delle mani e con la sua sapiente sartorialità.

 

 

#1. Ciao Davide, raccontaci di te. ☺ Chi sei? Cosa fai? Quali sono le tue passioni?

Mi chiamo Davide Pastore ho di 32 anni, fin dall’età di 8/10 anni si disegnava i vestiti e le scarpe, un piccolo aneddoto “ già alle elementari andavo già in giacca e cravatta”, perché quello era il mio stile, mi faceva stare bene con me stesso e mi gratificava facendomi presentare agli altri in modo educato e costruttivo.

Mi sono creato da zero un antico mestiere culturale e nobile che si tramanda da generazioni e generazioni, che fin dal medioevo era un mestiere molto ricercato ma molto faticoso e duro da svolgere. Mi sono creato da solo, con la mia cultura a riguardo e a ricerche in giro per l’Europa, una Calzoleria d’autore, sita in Santhià (VC) – Piemonte in Piazza Vittorio Veneto 26/B, dove realizzo scarpe sartoriali con le stesse tecniche di lavorazioni artigianali come si facevano 100/110 anni fa. Le scarpe che realizzo e non solo, ma anche borse, portafogli e cinture, vengono tutte cucite mano senza alcun ausilio di macchinari ma solo con le mia mani e l’ago classico da sarto e filo di lino o canapa peciato a mano, per renderlo impermeabile.

Oltre a questo l’etica della mia attività si basa sulla scelta di realizzare tutto a mano, anche le materie prime come le colle, che realizzo le colle con la gelatina, colle fatte con la fecola, cere artigianali fatte con agrumi ecc. Realizzo artigianalmente anche le tinture e infine realizzo anche i tessuti naturali, come canapa, lana, lino cashmere, seta, bamboo, soia e ortica. Questi tessuti vengono realizzati all’interno della calzoleria: il cliente sceglie il filato e successivamente si tesse a telaio in legno di quercia e si crea il tessuto con cui si realizza la creazione concordata. Oltre ai tessuti naturali realizzo anche creazioni create con la corteccia (sughero) e infine creazioni come borse, cinture e portafogli in vera pietra. Oltre a questo realizzo anche i cofanetti con cui presento le mie creazioni fatte con legno di castagno di vecchie botti di vino.

Al fine di offrire la più ampia scelta possibile al cliente propongo circa 900 tipologie di pellami conciati a mano e al vegetale come si faceva 100 anni fa . Ho voluto portare questo antico mestiere nei tempi moderni di oggi.

Le mie passioni sono l’Arte, la Cultura, gli Antichi Mestieri, la passione di migliorarsi sempre e imparare sempre senza ai smettere.

#2. Bene, ora veniamo al dunque. Come si diventa una calzolaio e quali opportunità offre oggi questa professione?

Prima di tutto bisogna aver dentro di sé un energia specifica su tale settore, poi avere molta passione, essere consapevoli che per diventare un buon artigiano prima bisogna fare molti sbagli e imparare a fare le cose più difficili, avere sempre la voglia di confrontarsi, sapere e conoscere tutti i particolari del settore, conoscere i materiali, gli stili, sapere soffrire e fare sacrifici tanti tanti, mettersi in gioco, essere sempre pronto a superare le difficoltà del mestiere, capire che questo cambierà anche il nostro essere e la nostra vita, perché è anche una scelta di vita che si fa. Non bisogna pensare al business, ai futuri e eventuali guadagni, perché con questo mestiere non si diventa ricchi ma si diventa punti di riferimento per i giovani, per i clienti e per la cultura/storia.

Le opportunità che puo’ offrire sono diverse, di diverse grandezze e importanze, dipende che obbiettivi ci poniamo e quanto siamo disposti a spingerci nel sacrificio e nell’investimento.

#3. Cosa rende unico e distintivo il lavoro artigianale di un calzolaio?

Lo rende unico la sua Storia e la tradizione. E’ un lavoro che deve essere svolto con dedizione e precisione, è un mestiere che va rispettato, amato e vissuto. Quello che lo rende unico è proprio la sua struttura: è proprio perché è antico e nobile che si distingue da tutti gli altri, ma… c’è un ma! Bisogna stare attenti ad una circostanza: negli ultimi 20 anni il calzolaio è diventato moderno e commerciale e questo, a mio modesto parere, l’ha portato a farlo diventare più comune e omologato a molteplici attività/mestieri che sono sorti negli anni, come il riparatore di scarpe.

Questo ha penalizzato molto la professione del calzolaio perché storicamente il vero calzolaio era quello che costruiva le creazioni artigianali e non riparava le scarpe di altri, perché quello specializzato su quel tipo di lavoro veniva chiamato il ciabattino o lo scarparo, che vendeva anche le scarpe.

#4. Qual è la situazione attuale nel settore?

Il settore del vero artigiano della scarpe fatte a mano in Italia è ormai piccolissimo, ci sono ancora dei Maestri anziani tra la Toscana, Marche e Abruzzo. Ma quello che manca è la cultura di imparare un mestiere. Un detto recita impara l’arte e mettila da parte, una volta bisognava pregare il Maestro che ti insegnava il mestiere e se eri bravo ti insegnava anche i trucchi, oggi invece è il Maestro che deve pagare lo studente affinché impari e spesso lo fa solo perché è obbligato dalla propria famiglia e non perché ha la passione verso tale mestiere.

Artigiani puri, come è la mia artigianalità, siamo solo più 5 in tutto mondo, mentre la maggior parte dei calzolai ormai ha introdotto innovazione inserendo piccoli o medi macchinari e le cose sono cambiate. Tante antiche lavorazioni che venivano e devono essere svolte solo mano non vengono più svolte perché richiedono troppa pazienza, tempo e precisione, per me questo significa che siamo difronte a un semi-artigianato che è una tipologia che sta tra la modernità e la tradizione.

Il passaggio prossimo è l’industrializzazione del mestiere con la nascita di calzaturifici che guardano alla media e grande distribuzione, svolgendo una catena di montaggio e ugualizzando i modelli delle creazioni, così facendo calare la qualità dei prodotti creati. E questo diventa un punto rischioso perché fino a quando c’è richiesta finale il Calzaturificio investe e lavora e dà lavoro, ma quando viene a mancare la richiesta finale esso non solo ha cancellato un antico mestiere ma ha anche messo in difficoltà l’economia dei suoi dipendenti e del luogo circostante.

Un artigiano, invece, lavora con le proprie mani e soddisfa molti e se le questioni lavorative con la richiesta dei clienti aumentano, può assumere un apprendista al quale insegnare il lavoro ma tenendo sotto controllo anche il fabbisogno economico dell’attività e questo fa mantenere in piedi un mestiere e tramandare la tradizione. Come si dice, si lavora in modo sano.

#5. Quella del calzolaio è una professione in via di estinzione oppure è richiesta e apprezzata per la sua preziosità?

E’ richiesta da persone che hanno un certo culto a riguardo di tali creazioni, persone che hanno specifiche richieste fisiche, che devono indossare un determinato modello di scarpa su misura, e da persone che vogliono indossare di nuovo creazioni che durano negli anni e che portano benessere fisico.

Possiamo dire che abbiamo due espressioni culturali, distinte in due zone. Una, come l’Italia, in cui la diffusione del mestiere del calzolaio ha cominciato a ridursi fin dagli anni ’90 per via della mancanza d’ interesse verso tale mestiere, provocata anche dall’avanzare dell’era moderna e dalla moda industrializzata e capitalizzata da manifatture straniere.

Dall’altra parte, invece, Stati come Francia, Inghilterra, qualche parte della Germania e infine l’Austria sono Stati che hanno tutt’oggi nutrono una profonda cultura dell’artigianalità, luoghi in cui però manca la figura del maestro/artigiano che realizza tali creazioni e soddisfi le molteplici richieste finali, pertanto in tali zone ci sarebbero le richieste per queste manifatture ma manca l’artigiano che le realizza.

calzolaio artigiano
#6. Come può trovare lavoro una calzolaio?

Il miglior metodo è il passaparola perché i Clienti soddisfatti che nutrono interesse verso l’artigianalità del calzolaio, rispettano tale mestiere e questo non fa altro che divulgare tale attività ad altre persone che possono necessitare di tali creazioni o che nutrono un profondo interesse per questa professione.

#7. Quanto è possibile guadagnare praticando la professione del calzolaio?

Dipende da molti aspetti, dal luogo dove si svolge l’attività, dagli obbiettivi di sviluppo che ha l’artigiano, dal grado di particolarità che hanno i propri lavori artigianali e dai serviziche il calzolaio offre ai clienti.

#8. Come si svolge la giornata tipo di una calzolaio?

La giornata tipo non esiste, per lo meno per quanto riguarda il mio lavoro artigianale, nel senso che ogni giornata ha le sue sfumature e obbiettivi. Posso dire che io mi alzo alle 4.30 del mattino, mi preparo e mi reco in bottega e inizio a lavorare intorno alle ore 6:00 fino alle 12:30, poi breve pausa di 30 minuti e riprendo a lavorare fino alle ore 19.00, l’orario di chiusura al pubblico della Calzoleria d’autore.

Ma quando la calzoleria è chiusa proseguo a lavorare fino alle ore 22.00, mi reco a casa, ceno e poi lavoro nel mio studio per disegnare nuove creazione, oppure a seconda dei giorni svolgo attività aggiornamento del mio sito web, inserisco e scrivo nuovi post nel mio blog, seguo e aggiorno le pagine sui Social Network , promuovo con delle piccole campagne di pubblicità le lavorazioni ecc., infine valuto anche le richiesta di dimostrazione delle lavorazioni che svolgo. Spesso, infatti, espongo in castelli, musei o altre strutture culturali, dove svolgo piccole dimostrazioni delle mie lavorazioni.

E, ancora, organizzo gli appuntamenti dei clienti, sia di coloro che si recano in calzoleria sia di coloro che mi ricevono presso il loro domicilio, sia infine quelle di Enti, Associazioni Culturali, Istituti di Arte e Design, Agenzie Viaggi, di Gruppi Culturali, o Tour Operator che intendono venire in visita presso la mia bottega.

#9. Quali competenze deve possedere una calzolaio? E quali qualità?

Le competenze per un artigiano sono indicative, perché dipendono da molti fattori. Bisogna vedere che obbiettivi si pone l’artigiano, che grandezza vuole dare al suo Brand, quali confini vuole raggiungere. Più ci sono obbiettivi e più il calzolaio ha voglia e piacere di crescere, tanto più cresce la necessità di saper svolgere molte cose tecniche e non solo, anche amministrative. Inoltre, il calzolaio deve sapersi porre con la gente con educazione, utilizzando un linguaggio che possa essere capito a tutti, saper focalizzare l’attenzione del cliente su interessi ti di cultura o di un determinato modello di creazione, motivare sempre la voglia della gente di parlare della sua attività ad amici e parenti, deve sapere offrire diversi servizi al cliente, sapere capire il mercato e le richieste che circondano la zona dove sorge la bottega.

Quindi il calzolaio professionista non deve solo focalizzarsi su competenze tecniche lavorative, ma deve aver conoscenza anche delle tecniche gestionali e delle tecniche di marketing.

Le qualità dell’artigiano sono importantissime per diversi aspetti, perché è come dire a un pittore prendi i colori e colora la tela, ma se esso non ha la qualità già dell’immaginazione, prima che della tecnica, su quella tela ci sarà solo una grossa macchia di colore. Invece se il pittore ha una buona fantasia allora anche se ci saranno tante macchie di colore il quadro può comunque dire e trasmettere qualcosa. Nel caso del calzolaio, oltre ad avere fantasia, bisogna anche avere la qualità di saper soffrire, sopportare la fatica, sapere di dover sempre migliorare la propria manualità.

Ad esempio nel mio lavoro di artigiano puro bisogna avere la qualità di avere una mano ferma, precisa e una vista raffinata, per valutare sempre ogni aspetto. Infine il calzolaio professionista deve avere la caratteristica di essere metodico, qualità quest’ultima che può essere difficile da mantenere nel corso del tempo perché richiede molta concentrazione.

#10. Un mix unico di arte, sapere, manualità, esperienza. Quale percorso di studio prima e professionale poi deve seguire chi vuole diventare una calzolaio professionista?

Guarda a questa domanda rispondo con una risposta che va contro tendenza, nel senso che io sono autodidatta, mi sono creato tutto dal niente anche gli attrezzi, ho fatto tante prove e sbagli e questo mi ha fatto crescere molto anche come uomo perché mi ha sempre aiutato a cementare l’autostima e la responsabilità, facendomi innamorare ancor di più di questo mestiere.

Le Scuole di Design che offrono una specifica formazione per il settore delle scarpe sono diverse, ma sono tutte votate alla modernità, con tecniche che sono completamente opposto a quelle che la tradizione richiede, pertanto uno può sì frequentare questi Istituti ma deve capire che quando uscirà da essi non ha imparato un mestiere ma ha imparato un lavoro e s tratta di una differenza sostanziale, perché quello che ti offre un mestiere imparato in bottega non ha eguali. In bottega ci sei tu e il Maestro e vivi il mestiere in tutte le sue fasi.

Alla fine della tua esperienza saprai affrontare anche quelle situazioni difficili o imprevisti che potranno capitare, perché hai imparato negli anni di apprendistato i segreti del Maestro che lo si può definire il saggio del mestiere. Gli Istituti, invece, vanno dritti verso lo standard, ti fanno studiare e imparare dai libri, è come quando uno studente studia a memoria: primo non sa neanche di cosa parla l’argomento perché gli hanno imposto di parlare di quello o di studiare quello, perché lo dice il libro; secondo non saprà affrontare eventuali imprevisti sul campo del lavoro, perché negli Istituti non ci sono imprevisti ma esiste solo un determinato percorso che tutti devono affrontare svolgerlo.

Il mio modesto parere è: se qualcuno vuole veramente imparare il mestiere, indipendentemente da quale esso sia, lo deve svolgere sul campo e non dietro a un tavolo di scuola, deve imparare a sporcarsi le mani e questo percorso lo può svolgere soltanto sotto la guida di un Maestro/Artigiano in una antica Bottega.

#11. Qual è il tuo rapporto con la Rete? Quali opportunità credi che il web e il digitale possano offrire ad un calzolaio?

Il mio rapporto con la Rete è duplice. Da un lato, come ben si è potuto capire durante l’intervista, non amo la modernità, ma sono per le cose semplici, naturali, e tradizionali. Pensa che non ho neanche la TV a casa mia!

Dall’altro lato, però, devo osservare le abitudini delle persone, dei miei clienti e dei potenziali clienti (anche a livello mondiale) e allora riconosco che la Rete anche per un settore così di cultura e di nicchia può essere utile, ma richiede un determinato lavoro ben programmato,  che va seguito nei più piccoli dettagli, a differenza delle iniziative prettamente commerciali, per le quali basta avere un determinato prodotto di moda o tendenza del momento, oppure un prodotto con un interessante prezzo di mercato, oppure fare una pubblicità molto semplice che viene lanciata ovunque allora lo sviluppo della propria attività si svolge di inerzia perché è lo stesso mercato di richiesta che fa muovere i tuoi affari, a momenti senza che devi dedicarvi maggiore tempo al marketing.

Io mi sono disegnato e creato in modo molto semplice due siti web, uno è dedicato alla Calzoleria d’Autore e l’altro è www.artigianalita.com, un blog che può servirmi a relazionarmi più nel dettaglio e direttamente con i visitatori e clienti, coinvolgendoli e trasmettendo loro questa cultura e passione, facendo quasi in modo naturale una selezione delle persone che mi seguono, perché sono proprio i visitatori stessi che attraverso il blog capiscono se quello che vedono può interessarli oppure no. Se gli interessa allora vorranno approfondire l’argomento visitando il Sito Web della Calzoleria d’autore e chi sa se saranno incuriositi ulteriormente nel loro profondo, potranno diventare futuri clienti che si recheranno in bottega.

Il Web può dare niente o tanto, cerco di spiegarmi meglio. Se uno crea un sito aziendale o un blog e poi non lo segue ma lo fa solo ed esclusivamente perché tutti lo fanno, allora è questo non porta da nessuna parte. Se invece si fanno determinate attività online e vengono seguite proprio dallo stesso artigiano, allora a mio parere può portare tanto.

Bisogna però fare un piccolo appunto su quest’ultimo aspetto. Il “tanto” di cui ho parlato dipenderà da come si struttura il territorio su cui si andrà a posizionare il nostro marketing, perché se noi vogliamo crescere su più settori allora bisogna essere pronti, perché le nostre opportunità possono aumentare in modo immediato: avremo maggiore raggio per interagire con le persone e maggiori potranno essere i loro interessi e questo aspetto va gestito molto bene perché potrebbe diventare un’arma a doppio taglio per l’artigiano.

Se, d’un tratto, le richieste diventeranno tante, il calzolaio potrebbe trovarsi in difficoltà perché è da solo ed è piccolo e, avendo poco tempo a disposizione, rischi di non accontentare i suoi clienti, che finiranno per fargli un cattiva propaganda e tutto il lavoro di promozione che ha fatto precedentemente può essere compromesso.

Concludendo, credo sia meglio fare piccoli passi e avere la possibilità di controllare in modo continuo lo sviluppo della propria attività artigiana nel web, perché è uno strumento che se usato con umiltà può essere molto utile.

Grazie a te, Ludovica, per l’opportunità che mi hai dato, offrendomi la possibilità di essere intervistato per raccontare e trasmettere questa cultura.


Calzolaio EmilianoEmiliano La Braca, figlio d’arte cresciuto in bottega. Vive e lavora a Casalmaggiore, dov’è calzolaio da ben 25 anni.

Su Facebook lo trovi sulla sua Fan Page Il Calzolaio Emiliano.

 

 

#1. Ciao Emiliano, raccontaci di te. 🙂 Chi sei? Cosa fai? Quali sono le tue passioni?

Ciao! sono Emiliano, faccio il calzolaio da circa 25 anni, sono figlio d’arte cresciuto in bottega. Le mie passioni sono lavorare il cuoio, pratico il tooling&carving, ovvero in parole povere realizzo sculture sul cuoio. Diciamo che nel tempo le riparazioni mi sonostate un po’ strette ed ho iniziato a lavorare sui pellami creando bracciali, poi mi sono allargato a cinture, borse e quant’altro mi vieniva richiesto in bottega.

Se non si è capito una delle mie passioni è anche il mio lavoro. 🙂 L’altra passione che coltivo da 30 anni è fare il dj e produzioni musicali. Il mio genere è quello che mi fa star bene! 😉

#2. Bene, ora veniamo al dunque. Come si diventa una calzolaio e quali opportunità offre oggi questa professione?

Come si diventa calzolaio… Innanzitutto bisogna avere una sorta di innamoramento perché se lo fai per fare “business” il cliente lo capisce ed è meglio che lasci stare. 😉

Quello del calzolaio è un mestiere dove tutti i giorni apprendi qualcosa di nuovo. Per imparare a fare il calzolaio, sì ci sono un paio di scuole ma la cosa migliore è andare in una bottega e con tanta umiltà guardare come si muovono le mani e cercare di apprendere dai maestri.

Le opportunità che ti offre questo lavoro sono di poter arrivare a livelli molto alti e creare un oggetto che può essere una scarpa o una borsa da un semplice pezzo di pelle.

#3. Cosa rende unico e distintivo il lavoro artigianale di un calzolaio?

Secondo me l’unicità di questo lavoro è ridare vita a scarpe che ad esempio per il cliente sono da cestinare! O creare da un semplice pezzo di pelle oggetti o capi di abbigliamento!

#4. Qual è la situazione attuale nel settore? Quella del calzolaio è una professione in via di estinzione oppure è richiesta e apprezzata per la sua preziosità?

La situazione attuale come periodo storico non è di sicuro la migliore ma così è per tutti i settori o quasi! Sicuramente non credo la professione del calzolaio sia in via d’estinzione. Vedo pittosto un ritorno alle origini nel modo di fare questo mestiere.

#5. Come può trovare lavoro una calzolaio?

Ora come ora consiglio, nonostante  tutti gli aspetti che possono essere negativi (troppe tasse), di aprire una piccola bottega perché anche i vari calzolai nei centri commerciali non viaggiano più come solo 6/7 anni fa!

#6. Quanto è possibile guadagnare praticando la professione del calzolaio?

Ah, il calzolaio ti fa vivere ma se parliamo di guadagnare non è il momento storico giusto!

fare il calzolaio

#7. Come si svolge la giornata tipo di una calzolaio?

La giornata di un calzolaio si svolge gestendo e facendo le riparazioni, creando una rotazione dei lavori così da non far aspettare troppi giorni il cliente per veder soddisfatta la sua richiesta. Questo vale, nel mio caso, anche per le creazioni (borse scarpe ecc ecc).

#8. Quali competenze deve possedere una calzolaio? E quali qualità?

Le qualità che necessariamente un calzolaio deve possedere sono la modestia e la capacità di imparare cose nuove da tutti, magari anche da “colleghi” più giovani! E questa è una cosa che i vecchi calzolai non facevano, per questo erano bravi ma avevano dei limiti.

#9. Un mix unico di arte, sapere, manualità, esperienza. Quale percorso di studio prima e professionale poi deve seguire chi vuole diventare una calzolaio professionista?

le opportunità sono tante ad esempio, ho amici/colleghi che si fanno anche spedire le scarpe da quasi tutta Italia essendo specializzati in certi lavori tipo suolature scarpette da arrampicata o fondi in gomma per runner con ottimi grip per quanto riguarda imparare nuove tecniche o corsi d’aggiornamento

#10. Qual è il tuo rapporto con la Rete? Quali opportunità credi che il web e il digitale possano offrire ad un calzolaio?

Sono presente sul Web con la mia pagina Facebook perché credo che il web sia unìottima opportunità per ottenere visibilità, per accrescere la notorietà, per crescere, trovare nuovi clienti e fidelizzare quelli già acquisiti.

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