Nella riforma antifannulloni del ministro Renato Brunetta arriva anche il carcere per i dipendenti che si fingono malati o che falsano la loro presenza in servizio. Lo prevede il decreto legislativo approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri.
Il testo, prevede una sanzione penale che può arrivare alla “reclusione da uno a cinque anni” oltre alla “multa da 400 a 1.600 euro” per “false attestazioni e certificati medici”. La sanzione, oltre che al dipendente, è prevista anche per il medico che si presta a certificare il falso e per il dipendente pubblico che si dichiari in servizio senza esserlo.Questo è solo uno dei capitoli della ‘rivoluzione’ Brunetta che irrigidisce provvedimenti disciplinari e sanzioni, con un catalogo di infrazioni particolarmente gravi per le quali è previsto il licenziamento. La risoluzione del rapporto di lavoro può scattare, ad esempio, per ripetute assenze ingiustificate; per ingiustificato rifiuto di trasferimento; per false dichiarazioni ai fini dell’assunzione o della progressione in carriera; per prolungato rendimento insufficiente. Novità sono in arrivo anche per i procedimenti disciplinari e il loro rapporto con quelli penali: solo i più complessi potranno essere sospesi in attesa del giudizio della magistratura.
“Fermo quanto previsto dal codice penale viene punito con la reclusione il dipendente che “attesta falsamente la propria presenza in servizio, mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente”, il dipendente è anche “obbligato a risarcire il danno patrimoniale, pari al compenso corrisposto a titolo di retribuzione nei periodi per i quali sia accertata la mancata prestazione” ma anche il “danno all’immagine subiti dalla pubblica amministrazione”. Il medico condannato rischia anche la radiazione dall’albo e, se dipendente di una struttura sanitaria, il licenziamento “per giusta causa”.
Alle punizioni più severe per i dipendenti ‘fannulloni’ fa da contraltare la premiazione del merito. Il decreto Brunetta punta infatti a fermare la distribuzione di benefici a pioggia per far posto a un meccanismo di distribuzione degli incentivi economici e di carriera più selettivi. Si rafforza inoltre la responsabilità dei dirigenti e il loro potere di gestione delle risorse umane, anche per l’attribuzione dei ‘premi’. Avranno nuovi strumenti ma saranno anche loro sanzionati se non svolgeranno bene il proprio lavoro.