La crisi occupazionale, derivata dalla crisi economica che imperversa da circa un anno, crea problemi di lavoro soprattutto per i giovani.
Secondo l’ultimo rapporto Ocse, in Italia la fascia lavorativa di età sotto i 24 anni vede l’indice di disoccupazione pari al 25%, 5 punti rispetto all’anno scorso.
Nella classifica europea siamo superati solo da Spagna e Lettonia.
In ambito continentale i giovani disoccupati al di sotto dei 24 anni hanno raggiunto i cinque milioni; in termini percentuali la disoccupazione giovanile è non solo più del doppio rispetto a quella totale (18,3% contro all’8,3%), ma sta anche crescendo molto più velocemente.
L’Ocse rileva che: “Come in molti altri paesi i lavoratori con contratti temporanei ed atipici subiscono gran parte dell’aggiustamento occupazionale. Rispetto a un anno prima, nel marzo del 2009 l’Italia aveva perso 261.000 posti di lavoro temporanei o con contratti atipici (inclusi i collaboratori coordinati e continuativi e occasionali), un numero che da solo è superiore all’intera contrazione dell’occupazione registrata nello stesso periodo. I giovani, che sono sovra rappresentati in questo tipo di contratti sono specialmente colpiti. Il tasso di disoccupazione della fascia d’età compresa tra i 15 e i 24 anni è cresciuto di 5 punti percentuali in Italia nell’ultimo anno ed è ora pari al 26,3 per cento. Senza contare che “la transizione scuola-lavoro è molto più lunga in Italia rispetto alla gran parte dei paesi Ocse, ed è spesso molto instabile, con periodi di disoccupazione alternati a impieghi temporanei”.
In Italia è molto alto il numero di under 24 che non svolgono alcuna attività: non studiano, non hanno un lavoro e non lo cercano attivamente (e dunque non sono, tecnicamente, disoccupati), non partecipano ad alcun programma formativo.