Asili Nido sul Posto di Lavoro di Mamma o Papà

3 Ott    Scuola e Formazione

Ieri mattina a Palazzo Chigi è stato presentato il progetto (per il momento sperimentale) per l’attivazione di asili nido negli uffici pubblici.

“Il progetto sarà finanziato con una quota dei risparmi derivanti dall’innalzamento dell’età pensionabile nel pubblico impiego. Tali risorse che (serviranno per la costruzione di asili nido) saranno disponibili a partire dal 2010; per l’anno in corso, sono disponibili fondi per 25 milioni di euro, che daranno a possibilità in tempi brevi di finanziare circa 70 nuove strutture nella pubblica amministrazione che ospiteranno circa 1400 bambini. A partire dal 2010 si potranno raggiungere i 40-60 milioni, con cui finanziare fino a 80-100 mila posti in asili nido in 10 anni.

Il progetto pilota denominato “Nido PA” ideato dal Dipartimento per le politiche della famiglia porterà alla realizzazione di 50 asili nido aziendali da 20 posti, presso le sedi, anche decentrate e periferiche, delle amministrazioni centrali (Ministeri, enti pubblici nazionali, Agenzie).

“I servizi, realizzati presso una amministrazione capofila che dispone dei locali, possono poi essere utilizzati anche dai figli dei dipendenti di altre amministrazioni centrali convenzionate che si collocano sullo stesso territorio”.

“L’obiettivo del Progetto, oltre all’ampliamento dell’offerta dei servizi per la prima infanzia, è favorire un rientro sereno dei dipendenti dopo la nascita di un figlio, supportando la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”.

Finalmente, non credete! in molti paesi europei gli asili nido presso le strutture lavorative sono già una realtà. Sarebbe un’occasione davvero proficua dal punto di vista lavorativo, soprattutto in questo caso specifico per il sesso femminile, che molto spesso come vediamo viene tagliato fuori anche da una semplice gravidanza, l’unico mio augurio è quello che poiché non tutti hanno la fortuna di avere un pubblico impiego, è quello che si segua anche l’esempio nell’ambito privato, dando più spazio alla donna che è costretta a ritmi impossibili!

Fonte: governo.it

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