Al vaglio in commissione di bilancio, ieri le importanti decisioni che trasformeranno il nostro sistema finaziario a partire dalla disciplina che regola le pensioni di anzianità e di invalidità, nonchè dei tagli che subiranno gli enti pubblici, ma non solo anche tagli delle tredicesime ai dipendenti pubblici.
Pareri e Polemiche, sulle nuove normative proposte dal governo che chederanno la fiducia il prossimo 14 luglio, vediamo insieme cosa cambia e cosa è cambiato, grazie anche alle disapprovazioni espresse in questi giorni scorsi dai disabili italiane e dagli abruzzesi.
Innanzi tutto, i requisiti per le pensioni di invalidità tornano come prima della manovra. In effetti si prevedeva un’innalzamento della soglia percentuale all’85%, ma questa è rimasta a tutt’oggi pari al 74%, cioè per poter richiedere un’eventuale pensione di invalidità la soglia percentuale dell’invalidità del disabile deve essere pari o superiore al 74%, questo ripristino comporterà maggiori controlli da parte dello Stato per la ricerca dei falsi invalidi.
Rimane invariata la somma ad anni 40 di contribuzione fiscale per poter richiedere la pensione di anzianità. E a partire dal 2015 i 40 anni contributivi saranno legati alla revisione triennale dell’età pensionabile, a sfavore di un slittamento temporare che potrebbe aumentare l’età contributiva necessario per poter chiedere la pensione di anzianità.
Sono stati previsti tagli alle Regioni per circa 4 miliardi, che verranno attuati entro tre mesi dopo la decisione governativa e secondo le modalità stabilite in una apposita conferenza Stato-Regioni.
Prorogate le tasse degli abruzzesi sino a Natale prossimo, un termine per le tasse non pagate, fino al ripristino della “Zona-Franca”, ossia dell’area urbana della città dell’Aquila. Ma viene respinto lo sconto delle somme dovute del 40%, e la rateizzazione delle somme dovute per un periodo di 10 anni. Nel frattempo per garantire queste perdite lo Stato ha previsto un rincaro delle accise sulle sigarette a basso costo.
Non vedono ancora chiarimenti le manovre a discapito delle tredicesime dei dipendenti pubblici come: poliziotti, militari, professori universitari, magistrati, ricercatori, diplomati e avvocati dello Stato.
