Aprire un Caffè Letterario “aspetti”

28 Ott    Consigli

Quella del caffè letterario è una realtà che sta tornando di moda in questi anni, dopo un secolo dalla sua nascita e dalla sua affermazione. Molti amanti della lettura scelgono di dedicarsi alla propria passione circondati da un ambiente confortevole e rilassante, magari sorseggiando un tè o una cioccolata calda. E sono tanti anche coloro che sognano di aprire un caffè letterario, mettere su un locale originale e raffinato, dove condividere con altri il proprio amore per i libri. Per fare tutto ciò in maniera da limitare rischi e spese innanzitutto, bisogna tener presente che si tratta di attività imprenditoriale e come tale comporta dei rischi, spesso non indifferenti. Bisogna quindi valutare molto attentamente il progetto, specialmente perché si tratta di un tipo di locale particolare, indirizzato a una specifica categoria di clienti. In Italia il pubblico, non è tra i principali accaniti lettori, infatti molte librerie private faticano a restare in vita, e anche per i caffè letterari non è tutto rose e fiori. Innanzitutto bisogna considerare la realtà del luogo in cui si intende avviare questa attività. Se si tratta di un piccolo centro cittadino avrete più difficoltà, per la innata refrattarietà di questi contesti a realtà tanto originali. Più facile avere fortuna nelle metropoli, ma anche qui bisogna scegliere la zona con attenzione. Tenendo presente che il locale si rivolge a un target specifico, ossia amanti del libro, l’ideale è aprirlo in un quartiere frequentato da studenti, magari con università o centri socio-culturali nei paraggi.
Questo tipo di attività comporta un investimento iniziale non inferiore ai 50.000 euro, tenendo pure conto della zona e della grandezza del locale. Inoltre la burocrazia ci mette del suo, nel senso che bisogna seguire una serie di adempimenti ossia: essere in possesso di autorizzazioni e adempimenti, quali la registrazione dell’Atto Costitutivo e dello Statuto e l’apertura della partita Iva, che andranno segnalate all’INPS e INAIL e la richiesta di DIA, dichiarazione di inizio attività nel settore alimentare.
Oltre a questo, bisogna ottenere le licenze necessarie in base alle attività che intendete svolgere nel locale: ad esempio nel caso si decidesse di fare spettacoli o musica o si volesse installare apparecchi da gioco leciti, bisognerà richiedere l’autorizzazione dell’ENPALS, nonché le autorizzazione sanitarie e la valutazione del rischio ai sensi della legge 626/1994.
Avviare un’attività imprenditoriale è sempre un impegno gravoso e rischioso, per ambiti tanto particolari e originali come questo, i fattori di rischio aumentano ancora di più.

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