Ciò che bolle in pentola non sembra essere nessuna pozione magica, anzi, l’opposto. In verità, sembra che si stia per finire classicamente dalla pentola alla brace.
La lettera proposta dal Governo italiano all’Unione Europea per provare ad uscire dalla crisi economica è sintetizzabile in due sole frasi:
1- Pensione a 67 anni sia per uomini che per donne a partire dal 2026;
2- Licenziamenti facili anche nei contratti a tempo indeterminato per le aziende in difficoltà economica
Forse si scordano, a questo punto, ancora un paio di aspetti:
1- La risposta alla crisi può essere licenziare? O questo genera (e sta già generando) instabilità totale, crollo dei consumi, e aggravamento della crisi stessa verso baratri di cui ancora non si vede il fondo? Badate bene dal sentirvi sicuri e dal fare progetti economici consistenti anche se avete un contratto a tempo indeterminato, questo è quanto arriva alle orecchie dei lavoratori. Non certo un modo per uscire dalla crisi.
2- I contributi necessari per andare in pensione in modo dignitoso, anche a 67 anni, quando si potranno mai raggiungere? Probabilmente i trentenni e i quarantenni di oggi lavorano mettendo da parte contributi che non potranno mai godere, perché costretti a lavorare come capita, quando capita, senza nessuna continuità: aspetto per nulla favorito dall’ultima proposta governativa qualora dovesse passare.
E intanto, anche chi ha un lavoro fisso non arriva a fine mese. Un dato preoccupante deriva dalla Caritas Ambrosiana: da uno studio sulle persone che si sono rivolte ai servizi Caritas nel 2010, risulta che a chiedere aiuto non sono stati solo donne, stranieri e disoccupati, ma anche chi, avendo un lavoro, non riesce nonostante tutto a far fronte alle spese.
Finiamola con questa richiesta di flessibilità estremizzata: la classe sociale media sta sparendo a fronte di pochissimi ricchi con sempre più risorse economiche e uno stuolo di nuovi poveri dall’altra parte. Diamo modo alla gente comune di vivere, di acquistare, di fare progetti. È questo il solo ed unico modo per uscire dalla crisi ed instaurare un circolo economico virtuoso.