Per Eurostat, Italia ha stipendi tra i più bassi d’Europa. Fornero: agire per scardinare la situazione

Secondo il rapporto “Labour market statistics” di Eurostat, che ha terminato pochi giorni fa una ricerca per l’anno 2009, l’Italia è nella fascia bassa d’Europa per la media-stipendi.

Lo stipendio medio si attesta intorno ai 23.400 euro annui, a fronte di situazioni notevolmente differenti rispetto agli Stati al top: 56.000 euro per gli stipendi dei danesi, 49.000 euro per il Lussemburgo, 44.000 euro per l’Olanda, 41.000 euro per la Germania. La “forbice” è talmente evidente che doppia le cifre medie degli stipendi italiani.

La situazione si aggrava se si considera che questo dato si riferisce ad aziende di almeno dieci dipendenti che operano nell’industria, nelle costruzioni, nei servizi e nel commercio. Ma, ciò che ben sappiamo, è come gran parte del lavoro in Italia derivi dalle piccole imprese, le quali non arrivano nemmeno alle cifre evidenziate dal rapporto Eurostat. Non da meno è da considerare che si tratta di dati “medi”, che non considerano le sperequazioni esistenti tra i mega-stipendi di vere e proprie “caste” lavorative (ad esempio notai, medici, manager) ed il resto dei lavoratori.

Considerando questi elementi, ciò che bisognerebbe dire è che per molti, per tantissimi, anche i 23.000 euro annui sono soltanto un miraggio e che, anzi, sarebbero un graditissimo sogno.

Il ministro del lavoro Elsa Fornero, interpellata sulla situazione emersa dalla ricerca Eurostat, ha dichiarato che “bisogna scardinare questa situazione puntando su un aumento della produttività, sull’apertura di nuove prospettive per i giovani e per le donne, facendo uso di una flessibilità ‘buona’, diversa da quella attuale che genera precarietà. Anche perché bassi salari non generano crescita”.

Chi fa presente al ministro Fornero che anche i 23.000 euro anni di ‘media’ sono ben lontani dall’essere lo stipendio della corrispondente fascia media degli italiani, sempre più povera?

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