Sud – Cenerentola D’europa

17 Lug    Notizie sul Lavoro, Varie

La crisi sta colpendo duro ovunque, ma i suoi effetti risultano devastanti soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia, che appare come “la cenerentola d’Europa”. A dirlo è il Rapporto Svimez 2009, che confronta le dinamiche economiche dellle aree geografiche italiane con quelle “degli altri paesi europei”.

Secondo l’Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno, “in dieci anni, dal 1995 al 2005, le regioni meridionali sono sprofondate nella classifica europea, Un processo in decisa controtendenza con le altre aree deboli Ue, che sono cresciute mediamente del 3% annuo dal 1999 al 2005, mentre il Sud si e’ fermato a +0,3%”.

Naturalmente è il lavoro a farne maggiormente le spese. Cresce infatti la zona grigia della disoccupazione al sud, che raggruppa scoraggiati e lavoratori potenziali. Le speranze di trovare lavoro sonostate abbandonate da moltissimi. Secondo lo Svimez, dal 2004 al 2008 ‘i disoccupati impliciti e gli scoraggiati sono aumentati di 424 mila unità’.

Al Nord, però, la crisi è più appariscente, soprattutto se ci si affida a dati certi che non tengono conto del lavoro sommerso, che al Sud spadroneggia. Secondo i dati ufficiali, infatti, nel 2008 i disoccupati sono aumentati piu’ al centro-nord (+15,3%) che al sud (+9,8%). Il tasso di occupazione nel Meridione e’ sceso al 46,1%. Gli occupati, però, sono cresciuti al centro-nord di 217 mila unita’, mentre sono scesi di 34 mila nel Mezzogiorno. Nella classe di eta’ che va dai 15 ai 24 anni la disoccupazione e’ arrivata al 14,5% al centro nord e al 33,6% al sud, dove sono cresciuti anche i disoccupati di lunga durata (sono il 6,4% del totale, erano il 5,9% nel 2007). All’Italia, in ogni caso, spetta il non invidiabile primato del tasso di disoccupazione giovanile piu’ alto in Europa, di cui e’ responsabile soprattutto il Mezzogiorno. Nel 2008 – sempre secondo il Rapporto – solo il 17% dei giovani meridionali tra i 15 e i 24 anni lavora contro il 30% del centro-nord.

A risentire della crisi il settore dell’industria del sud, che ha visto un calo del pil del 3,8%, mentre le produzioni manifatturiere hanno segnato un calo di oltre il 6%. Il rapporto, dunque, fotografa un Meridione ‘in recessione, colpito particolarmente dalla crisi nel settore industriale, che da sette anni consecutivi cresce meno del centro-nord, cosa mai avvenuta dal dopoguerra ad oggi’. Un’area, dunque, da cui si continua ad emigrare, dove crescono gli anziani ma non arrivano gli stranieri, dove esistono le realta’ economiche eccellenti ma non si trasformano in sistema ne’ si intercettano stabilmente investitori e turisti stranieri.

La recessione, tra l’altro, intacca anche il sistema bancario del Mezzogiorno, con una reale difficoltà di accesso al credito daparte delle Imprese. Dal 2007 al 2008, il tasso di crescita annua dei prestiti alle imprese e’ crollato al sud dal 14,9% al 7,9% contro un calo piu’ contenuto a livello nazionale che va dal 12,4% al 10,2%. Secondo il rapporto Svimez, inoltre, tra il 1990 e il 2001 il numero di banche presenti nell’area si e’ ridotto del 46% contro il 20% del centro-nord. Il numero di banche meridionali indipendenti e’ crollato da cento del 1990 a 16 del 2004 e negli stessi anni le banche di credito cooperativo si sono piu’ che dimezzate passando da 213 a 111. Resta forte la dipendenza del sistema bancario meridionale dal centro nord.

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