Telelavoro

Il telelavoro è una modalità di lavoro a distanza in cui si impiegano infrastrutture tecnologiche ed informatiche di telecomunicazione e si svolge fuori dai confini fisici e logistici dell’ufficio. Si caratterizza per essere piuttosto flessibile nei termini del suo svolgimento, purché portato regolarmente a termine.

In genere quando si parla di telelavoro si pensa ad Internet ed al lavoro on-line quindi ad un lavoro svolto prevalentemente da casa, ma perché si possa parlare di telelavoro è sufficiente per la legge che si sia in un luogo diverso dai locali aziendali. Dunque è anche possibile recarsi ad un altro luogo di telelavoro che non sia la propria casa, ma che allo stesso tempo differisca dai locali aziendali.

Sono in molti a ritenere che il telelavoro sia la forma di lavoro del futuro. Il telelavoro infatti consentirebbe, se applicato in massa, un notevole abbattimento del pendolarismo e dei costi di trasporto derivati, nonché potrebbe dare una grossa mano al decongestionamento del traffico.

Per il momento però il numero di occupati con questa modalità in Italia, ma in generale anche in Europa, si mantiene basso, mentre si assiste a un notevole incremento dell’informatizzazione dei soli servizi.

DISCIPLINA DEL TELELAVORO

Con l’accordo interconfederale del 09.06.2004 è stata recepito in Italia l’accordo quadro europeo sul telelavoro del 16.07.2002. Si tratta di un accordo che fornisce l’istituto contrattuale di un riferimento quadro, lasciando poi ai contratti collettivi di settore l’introduzione di norme più dettagliate.

Per questo accordo il principio fondamentale che disciplina il telelavoro è la volontarietà: il telelavoro è una modalità di svolgimento della prestazione lavorativa che può essere adottata solo dopo un accordo tra le parti. Quindi una parte non può ottenerlo se anche l’altra non è d’accordo.
Una volta che sia presente questo accordo al dipendente è assicurato che non vi siano sostanziali differenze, anche in termini di impegno, tra il lavoro in loco e quello a distanza.

Inoltre si specifica che il telelavoro non comporta una ulteriore tipologia di contratto in quanto è semplicemente “una modalità di svolgimento di un lavoro”. Perché sia tale risultano essenziali:

  • la delocalizzazione dell’attività
  • l’uso di tecnologie informatiche e telematiche nelle comunicazioni tra datore e lavoratore nonché nello svolgimento dei compiti assegnati
  • la sistematicità del lavoro

Tra i diritti riconosciuti in maniera esplicita vi sono quello all’attività sindacale, all’accesso alla formazione, quelli alla riservatezza e alla protezione dei dati. Tutti diritti che competono già ai lavoratori “tradizionali”.

Sono poi previste delle agevolazioni per favorire la comunicazione e la mancanza di isolamento del dipendente che lavora in ufficio rispetto ai suoi colleghi presenti nei locali dell’azienda.

L’accordo interconfederale quadro pone inoltre a carico del datore di lavoro i costi di fornitura, installazione, manutenzione e riparazione degli strumenti informatici e telematici necessari allo svolgimento del lavoro.
Il telelavoratore è libero di gestire autonomamente il suo tempo di lavoro, fermo restando che i carichi di lavoro assegnati devono essere equivalenti ai colleghi che sono in ufficio.

TIPOLOGIE

Attualmente si possono distinguere sei differenti tipologie di telelavoro.

–          Telelavoro domiciliare: è forse la forma di telelavoro più comune. Il lavoratore opera direttamente dal suo domicilio comunicando con l’azienda tramite PC, fax, internet. Il computer può essere o costantemente connesso all’intranet aziendale, oppure le relazioni si possono limitare alla ricezione e all’invio del lavoro;

–          Telelavoro mobile: si lavora tramite PC portatile o altri strumenti mobili come palmari, smartphone, ecc. Generalmente è concordato con un contratto a progetto tra un lavoratore autonomo e l’azienda.

–          Telelavoro da centro satellite: il lavoro viene effettuato da una filiale creata appositamente dall’azienda. Si distingue dalle normali filiali perché consente di rispondere a nuovi collegamenti grazie all’utilizzo del computer. Pensiamo ad esempio alle reti di call center.

–          Telelavoro da telecentri: il lavoro si svolge in centri appositi creati da un consorzio di aziende, da enti pubblici, da singole aziende.

–          Remotizzazione: il telelavoro viene svolto in simultanea da più persone contemporaneamente che sono collegate tra di loro.

–          Sistema diffuso d’azienda: si tratta di quelle aziende particolari che non operano nel mercato classico ma che esistono esclusivamente in rete. Ad esempio, un’azienda che gestisce l’hosting o la realizzazione di siti internet.

DIBATTITO

Sono in molti a far notare come la legislazione sul telelavoro recepita rimane ancorata a vecchi stereotipi ed ha lasciato molte lacune, visto anche che si tratta di un territorio nuovo e comunque in rapida mutazione. Infatti si richiedono continuamente interventi legislativi per eliminare gli aspetti ambigui e di grande approssimazione che vi sono nella normativa italiana e motivo di insoddisfazione di tutte le parti coinvolte.

Hai avuto esperienze di telelavoro? Raccontaci la tua esperienza.

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